Il tanto sospirato cambiamento.
C’è tanto da dire – e il numero 10 de Il Domani lo fa con interventi che commentano, spiegano e chiariscono il recente esito elettorale nella nostra città -, così come c’è tanto da fare. Già, tanto da fare. Il punto di partenza per queste poche note, ma soprattutto per i più lunghi cinque anni di mandato della nuova amministrazione, è lo slogan che ha caratterizzato la campagna elettorale della compagine che ha portato al successo il sindaco Corrado Figura: “il cambiamento”. Le premesse, ascoltando le dichiarazioni del neo eletto sindaco, ci sono tutte: lo ha detto a chiare lettere sia nel comizio di chiusura della campagna elettorale, sia in quello di ringraziamento. E lo ha ribadito subito dopo la proclamazione, quando nella sala degli Specchi di palazzo Ducezio, sede del Comune, ha vestito la fascia tricolore.

Cambiamento sì, ma rispetto a cosa. A un vecchio e superato metodo di fare politica? A un diverso approccio alle questioni che da sempre rendono difficile la vita dei cittadini? Ai dieci anni di gestione operata dall’amministrazione comunale uscente? E potremmo andare avanti a lungo. Tuttavia, è ancora presto per stabilire verso quale direzione sarà indirizzata la bussola che guiderà l’attività operativa del nuovo esecutivo e del rinnovato (ma solo in parte) consiglio comunale. In qualsiasi angolo del Paese i nuovi sindaci redigono un loro piano che tiene conto del programma elettorale presentato alla comunità.

C’è chi ha siglato un patto con gli elettori, capace di riattivare la democrazia rappresentativa con la partecipazione diretta e attiva dei cittadini-elettori già a partire dalla campagna elettorale; chi ha puntato su una svolta che caratterizza i primi cento giorni di amministrazione (pochini per concepire un disegno, ma utili per determinare un cambio di rotta e rinnovare il “vecchio”), e chi ancora ha messo in primo piano alcuni tra i temi che da tempo remotissimo attendono una risposta. Limitandoci a porre la dovuta attenzione solo su quest’ultima argomentazione, vengono alla mente – anche perchè più volte chiamati in causa durante i comizi o le apparizioni dai due candidati alla massima carica cittadina – i problemi che la comunità soffrendo vive quotidianamente. L’acqua che scarseggia nelle case e, specie in estate, negli esercizi pubblici del centro storico, le pessime condizioni della viabilità interna (le strade della città, anche quelle da poco tempo sistemate, anzi fatte e rifatte al Piano Alto, in buona parte sconnesse), il mai dimenticato e, al tempo stesso, mai risolto “caso” Trigona, la vicenda spazzatura (con annessi e connessi: ritiro e tasse), l’insufficiente illuminazione in molti quartieri. Insomma, c’è da lavorare.E da subito.

Non solo Noto: da analizzare c’è il voto in tutto il Paese che ha visto il “trionfo” del partito dell’astensionismo con la registrata scarsa affluenza alle urne sia per la prima tornata elettorale, sia nel successivo ballottaggio.
Disaffezione o scarso interesse per la politica? Poca o del tutto assente fiducia in taluni politici? Senza dimenticare gli impresentabili.

Temi che da anni dominano il dibattito politico. È certo, tuttavia, che il proposto-ricercato cambiamento passa anche da questo ineluttabile dato: basta una semplice matita per operare il cambiamento. Già, il tanto sospirato cambiamento. Potere di una semplice matita che può renderci protagonisti di un ribaltamento.

Vincenzo Rosana

Di NBTV