Ricevo e pubblico questa lettera che a me pare una ventata di speranza. E’ un’apertura al dialogo con la comunità dei caminanti, senza pregiudizi e spicciole generalizzazioni, nonostante i fatti denunciati. La firmataria della lettera non vuole essere citata e noi naturalmente rispettiamo il suo desiderio.

 <<Cari Caminanti, voglio parlare con voi.

Questa città è la nostra casa, ci incontriamo ogni giorno al supermercato, ci salutiamo e, se capita, facciamo passare avanti chi tra noi ha fretta alla cassa, i nostri figli sono compagni di classe, vogliamo la loro felicità allo stesso modo, vogliamo le stesse cose, speriamo che crescano forti e felici.

È a voi che mi rivolgo, donne e uomini che lavorano e che pensano solo a fare del loro meglio sei giorni su sette per arrivare, la domenica, a mangiare un dolcino con tutta la famiglia. Voi siete la maggioranza della vostra comunità, appartenete al tessuto che lavora e che guarda al futuro.

Da Natale a oggi i miei figli sono stati inseguiti con un coltello, hanno preso sassate, hanno subito il furto di un telefono. Un cellulare che costa, oggi, 100€ nuovo e che non ha nessuna utilità, ma è pieno di ricordi.

I miei figli non escono più di casa perché, puntualmente, succede qualcosa. Cosa stanno imparando? Che siamo nemici, che devono avere paura di voi, che non esistono regole, che non siamo uguali?

Io sono certa che non volete questo, sono sicura che, se i miei figli facessero cose simili ai vostri, sareste furiosi, tristi e vi sentireste impotenti.

Esattamente come me, quando le forze dell’ordine ci hanno detto prima che era meglio che i ragazzi stessero a casa in questo periodo, poi che, trattandosi di minori, non potevano intervenire.

Persino quando, grazie alle moderne tecnologie di geolocalizzazione, io sapevo esattamente dove era il cellulare rubato…

Da 30 anni a questa parte la nostra convivenza è molto cambiata, io ricordo perfettamente che i miei nonni lavoravano insieme alla vostra comunità, in campagna, dentro la loro casa per lavori di manutenzione c’eravate voi, era normale vivere la quotidianità insieme. Cosa è successo dopo? Perché questo oggi non è più possibile?

Io voglio incontrarvi, voglio sedermi a un tavolo insieme a voi, magari davanti a un bel piatto di ravioli, e trovare insieme a voi una soluzione. Voglio che impariamo insieme a conoscerci e a cercare di costruire un futuro per i nostri figli, voglio accogliervi ed essere accolta, voglio camminare insieme a voi per le nostre strade.

Io so per certo che voi siete la maggioranza, è con voi che voglio parlare, guardandoci negli occhi, basta, è arrivato il momento di abbattere questo muro e stringerci la mano. Non c’è alternativa, Noto è nostra>>.

Lettera firmata

Di NBTV