La situazione delle reti idriche in Sicilia si conferma drammatica. Secondo un recente rapporto elaborato dalla CGIA di Mestre sulla base di dati Istat, il 51,6% dell’acqua distribuita quotidianamente nell’isola viene disperso. In termini numerici, su un totale di 3.273 litri d’acqua distribuiti per persona ogni giorno, ben 1.495 litri non raggiungono i consumatori finali, disperdendosi lungo il tragitto.
Il primato negativo spetta alla provincia di Siracusa, dove si registra un incredibile 65,2% di dispersione. Segue la provincia di Messina, con il 56,5%, e Agrigento con il 52,4%, tutte abbondantemente al di sopra della già preoccupante media regionale.
Non tutte le province, però, sono allo stesso livello di inefficienza. Trapani, ad esempio, rappresenta un’eccezione positiva, con una dispersione di soli 58 litri su 338 distribuiti, pari al 17,2%. Anche la provincia di Enna, con una perdita del 27,4%, si mantiene ben al di sotto della media regionale del 42,4%.
Le cause della dispersione
Le cause di questa situazione sono molteplici. Le perdite d’acqua sono principalmente dovute alle condizioni critiche delle infrastrutture, con condotte obsolete e frequentemente soggette a rotture. A ciò si aggiungono problemi di natura amministrativa, come errori nella misurazione dei consumi e allacci abusivi.
L’elevato consumo di acqua, sia in Sicilia che a livello nazionale, aggrava ulteriormente la situazione. Ogni giorno, in Italia, vengono utilizzati 25 milioni di metri cubi d’acqua per usi civili, che comprendono non solo le famiglie, ma anche piccole imprese, alberghi, servizi e attività commerciali e industriali connesse alla rete urbana.
Questi dati mettono in evidenza l’urgenza di un intervento strutturale e amministrativo per ridurre la dispersione e garantire una gestione più efficiente di una risorsa così vitale.
Di Redazione.