Fatti storici e curiosi sulla città di Noto.

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Cari lettori, oggi vi racconterò alcuni fatti storici della nostra città che prima io stessa ignoravo, ma di cui sono venuta a conoscenza grazie ai numerosi autori che hanno scritto al riguardo. Inizialmente mi accontentavo di poterli consultare per arricchire il mio bagaglio culturale, adesso voglio condividerli con voi affinché non vengano dimenticati.

Iniziamo!

Sapete che il primo cinematografo netino risale al 1910? Esso fu impiantato dove oggi si trova l’ingresso del campo sportivo, adiacente ai giardini pubblici, in un grande baraccone di legno da un certo signor Mavilla che in origine aveva un teatro di burattini. Benché fosse un baraccone, non era privo di una certa ricercatezza. Nella parte centrale del prospetto, tra festoni di fiori dipinti, si leggeva la parola: “cinematografo”. L’interno era arredato con molta attenzione ai dettagli con sedie disposte a proscenio. Il Mavilla fece buoni affari, ma dopo pochi anni dovette chiudere la sua attività per il sorgere di due nuovi cinematografi: il Benso, che prendeva il nome dal proprietario dell’immobile, ed un altro allestito nel salone inferiore dell’Ex monastero di santa Chiara con il modicano Napolino.

Altra curiosità storica riguarda l’archivio vescovile ove si conserva una carta con la firma di Pietro Bembo risalente al 1500. Egli all’epoca era vescovo e probabilmente appose la sua firma sul documento che gli passò tra le mani per ragioni di ufficio: “Petrus Bembus”. Il Bembo fu anche scrittore e scrisse sulla tomba di Raffaello il seguente epitaffio: “Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette, mentre era vivo, di esser vinta, ma ora che è morto, teme di morire”.

Vi invito a osservare il progetto originario del Palazzo Castelluccio. Vi si scopre un dettaglio interessante: il palazzo era arretrato di una decina di metri dalla strada allora “via Montevergine”, oggi intitolata a Camillo Benso, conte di Cavour. Adiacente alla strada si trovava un giardino che per un violento incendio andò distrutto nei primi dell’Ottocento. Quell’area del palazzo venne ricostruita abolendo il giardino al limite della strada e siccome il terreno era in forte pendenza per accedere alle nuove stanze, bisognava scendere dei gradini per alcune e salire dai gradini per altre.

Concludo col nostro Seminario ove è conservata la fotografia con dedica del pittore palermitano Lo Forte, che nel 1855 dipinse per la Chiesa di Santa Chiara la “visita di San Benedetto a Santa Scolastica”. La sorella dell’autore donò il dipinto alla madre superiora del Monastero con la sua firma autografata.

di Enza Oddo

da NBTV MAGAZINE edizione Dicembre 2023

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