«Lo sport per riprendere in mano la mia vita»

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La maglia Tricolore è incorniciata e ben in vista in salotto. Dal prossimo anno dovrà indossarla ad ogni gara in mountain bike, ma intanto sta lì a ricordare sacrifici e passione, sforzi e pianti. Anche quello di liberazione in cui è scoppiato subito dopo aver tagliato il traguardo di Castro, in Puglia: pochi secondi per realizzare di avercela fatta, qualche istante per cancellare i brutti ricordi di un incidente che poteva costargli anche la vita. E invece eccolo lì, in sella ad una mountain bike a vincere il Campionato italiano paralimpico nella categoria M3, a conferma di come lo sport sia vita.

È la bella storia di Corrado Toro, 45 anni, nostro concittadino capace di conquistare prima due bronzi ai campionati su strada, poi di vincere il titolo nazionale su mountain bike, seguito spalla a spalla, da Francesco Rubino, amico, mentore, allenatore e tecnico, direttore sportivo del Team Bike Noto Salvatore Rametta e con il quale condivide la passione per le due ruote. Coadiuvati dal responsabile del Settore paralimpico siciliano Claudio Molè e dalla presidente nazionale della Commissione paralimpica Deborah Orso, si sono concentrati per vivere in pieno anche l’esperienza del fuoristrada.

«Certo che non ce lo aspettavamo – confessa – ma dopo i due bronzi a Codogno, sia nella prova in linea sia nella prova a cronometri dei campionati su strada, ci siamo detti che potevamo fare di più e abbiamo cominciato a pensare ai campionati in mountain bike. Il percorso non era dei più semplici, ci abbiamo lavorato per due mesi e siamo arrivati in Puglia con la consapevolezza di non aver nulla da perdere…».

E invece…«E invece dopo un primo giro difficile in cui pensavo di mollare – racconta Corrado – mi sono accorto che riuscivo a restare nel gruppo di testa ricucendo nella parte più tecnica del percorso. Ad ogni ingresso nella feed-zone, poi, Ciccio (Francesco Rubino, ndr) mi ricordava i sacrifici fatti per essere lì e mi suggeriva dove e quando attaccare. Siamo arrivati all’ultimo giro e poi lì è andata come è andata».

Ed è andata benissimo, perché Corrado in progressione ha battuto il campione italiano su pista e ciclocross Marco Pini, ritrovandosi qualche minuto dopo sul gradino più alto del podio, con la maglia Tricolore addosso e la medaglia d’oro al collo.

«Mi sono messo a piangere subito dopo il traguardo: è stata una sensazione di liberazione dopo tutto quello che ho passato. Ho pensato subito “Corrado sei vivo, non sei da buttare”».

No Corrado, non sei da buttare, sei da ringraziare e raccontare…

di Ottavio Gintoli.

da NBTV MAGAZINE edizione Dicembre 2023

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