Omaggio a Giacomo Puccini.

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Intorno al 1932 i netini sentirono l’esigenza di aver per loro un teatro estivo all’aperto. Fu così che venne costruito il Littoriale, la cui inaugurazione riscosse un gran successo. Il suo palcoscenico vide applauditi Pierantonio Tasca, Ghione della Scala di Milano, Pietro Mascagni e Tina di Lorenzo.

L’attrice di origine netina, cui oggi è intitolato il Teatro comunale, in visita nella città disse: “Dopo tanti anni, tornata nella mia Noto, ho sentito di essere a casa mia. Il sole, il profumo degli aranci hanno lasciato nel mio animo un solco profondo e, ovunque io vada, sento sempre la nostalgia della mia città d’oro”.

Tra le opere ivi rappresentate figurano “Un ballo in maschera” di G. Verdi e la “Turandot” di G. Puccini.

A Giacomo Puccini è dedicata anche l’Infiorata di quest’anno. Durante il festival i visitatori avranno l’opportunità di ammirare le creazioni floreali ispirate alle opere musicali del maestro. Il tema è, infatti, “Omaggio a Giacomo Puccini nel suo Centenario: il Maestro che vive nel tempo e nell’arte”.

Giacomo Puccini nasce a Lucca nel Natale del 1858. Capostipite della famiglia è un Giacomo Puccini, a sua volta maestro a Lucca nel Settecento. Nello stesso ufficio gli segue il figlio Antonio, che ha studiato a Napoli col Paisiello nell’Ottocento. Nel 1813 nasce Michele, il padre di Giacomo. Questi abbraccia la musica, studia a Napoli sotto la guida del Mercadante e Donizetti e diviene compositore celebrato in musica sacra. Dirige una scuola a Lucca, scrive due opere per il teatro e muore quando Giacomo ha appena sei anni.

Giacomo si approccia al mestiere cominciando con la musica sacra. La prima opera alla quale assiste è “Aida”. La rappresentazione gli mette il fuoco dentro. Scrivere opere diventa la sua idea fissa. Per farlo, però, deve recarsi a Milano per proseguire gli studi musicali e le risorse economiche scarseggiano. La bontà della marchesa Pallavicini, dama di corte, che intercede per il giovane con sua maestà di Margherita di Savoia, gli permette di fare la valigia e andare a  Milano insieme con un altro compagno di studi toscano: Pietro Mascagni. Puccini studia con Bazzini e Ponchielli. Il 31 maggio del 1884 è il battesimo della gloria: la grande critica eleva “Le Villi” di Puccini, ancora ventiseienne, alle stelle.

I successi si susseguono uno dopo l’altro: Edgar, Bohème, Tosca, Butterfly, La fanciulla del West, Rondine e il trittico Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi.

Al maestro viene, anche, offerto di musicare “La lupa” di Giovanni Verga ed egli accetta. Si reca in Sicilia per un abboccamento con l’autore catanese e si accinge a tornare a casa con il libretto pieno di speranza per l’opera da comporre. Sulla via del ritorno verso Lucca, incontra la marchesa Gravina di Palermo, figlia di Cosima Wagner, la quale a conoscenza dell’idea del maestro spegne l’entusiasmo di Puccini dicendo: “Maestro, Lupa vi porterà sfortuna. C’è un delitto passionale misto a un episodio religioso”.

Il libretto de “La lupa”, spoglio di musica, torna a Catania. Più tardi l’opera verrà musicata da Pier Antonio Tasca.

Nel 1919 Puccini è in cerca di un libretto. Sono Adami e Simoni che gli preparano i versi di un dramma cinese “Turandot”.  Purtroppo la morte è in agguato. Puccini si spegne a Bruxelles il 29 novembre del 1924. Al suo capezzale c’è il figlio Tonio. Le sue ultime parole sono: “Turandot, la mia Turandot…Tonio è bella”.

L’opera postuma, ambientata a Pechino, “al tempo delle favole” viene rappresentata per la prima volta la sera del 25 Aprile 1926 alla Scala di Milano, sotto la direzione del maestro Arturo Toscanini. Si tratta di una serata rimasta memorabile per l’arte musicale italiana.

Presso la biblioteca comunale di Noto si trova custodita una lettera inedita dell’acclamato compositore, indirizzata a Valentino Soldani e scritta nel 1904 che qui riporto: “Caro Soldani, ho fatto leggere il Mistero suo al signor Ricordi e ne è rimasto veramente colpito. Io glielo ripetisco oggi e poi parto per Brescia (Teatro grande). Ai primi di giugno potrebbe ella venire a Milano e così fare quattro chiacchiere con Ricordi e me? Io mi auguro che da questo possa sorgere qualche cosa di fruttifero.

Tanti saluti cordiali da Giacomo Puccini”.

Un buona Infiorata a tutti all’insegna del  grande compositore

Enza Oddo

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