di Mario Alí.

È famosa l’espressione: Non tutti quelli che amano gli animali sono buoni, ma sicuramente tutti gli uomini buoni amano gli animali.

Questo modo di dire si attaglia perfettamente al rapporto dell’uomo con il cane.

In particolare ad occuparsi di Randagismo sono spesso e, per la maggior parte, Cittadini che lamentano puntualmente, all’approssimarsi della stagione calda, infestazioni di zecche nei pressi delle abitazioni, a loro dire portate dagli ignari cani randagi.

Altri sono infastiditi nella notte dall’insistente abbaiare che turba il loro riposo.

Ci sono persone le quali temono aggressioni da parte di cani mordaci che, essendo sfuggiti al controllo umano, si sono riuniti in branchi e scorrazzano per le vie della città.

Non rientrano di certo tra gli uomini “buoni”, indicati nella frase iniziale, i pecorai che si lagnano perché il gregge sarebbe, secondo il loro racconto, attaccato da cani randagi. Molti ricorderanno le immagini delle carcasse di alcune pecore sbranate, trasmesse nei social e durante interviste inopportunamente fatte da qualche giornalista locale.

Non dimentichiamo poi quegli individui pervertiti che addestrano cani di razze specializzate alla lotta per usarli nel gioco clandestino, non solo grave reato secondo l’articolo 544 del Codice Penale, introdotto dalla Legge n. 189/2004, ma vera e propria malattia compulsiva, una ludomania. Non è casuale ed infrequente che questi poveri cani siano poi abbandonati da tali turpi personaggi che se ne sbarazzano quando non servono più ai loro loschi affari. E davvero, trattandosi di cani mordaci, costituiscono un pericolo sociale.

È indubbio che il Randagismo sia una vera minaccia alla salute umana per possibile trasmissione di molte zoonosi, malattie di cui il cane è un serbatoio. Il Randagismo è un reale problema per la salvaguardia del patrimonio zootecnico, ma anche per la tutela di alcune specie faunistiche; fenomeno spesso sottovalutato perché il cane randagio diventa un predatore delle cucciolate di animali selvatici.

Vero è pure che i cani randagi e i cani vaganti diventano un effettivo disturbo allo svolgersi delle normali attività umane e spesso anche al traffico urbano. E quando si organizzano in branchi, sono un pericolo per l’incolumità pubblica.

Tutto vero!

Tutte vere le istanze avanzate da questi Cittadini.

Ma ritengo che le tipologie di persone sopra descritte non possano occuparsi del Randagismo in modo costruttivo e avanzare soluzioni a mente lucida e con cuore libero.

Per dedicarsi al Randagismo, in progettualità e in fattività, è necessaria una indispensabile prerogativa caratteriale: un animo “buono” come cantava l’espressione di quel poeta.

Sono necessari l’intelligenza e il sentimento di chi sa riconoscere nel Cane l’essere vivente che ha agevolato l’Uomo nella fatica della sua evoluzione, lo ha accompagnato nei lavori più duri; la creatura più capace di sintonia con gli stati emotivi dell’uomo.

Da questo senso di riconoscenza scaturiscono i DIRITTI del Cane, per fortuna sanciti da norme nazionali e regionali, recepite ormai dalla  Legislazione corrente, ma non ancora entrate nel costume della gente e non ancora pienamente realizzate dalle Istituzioni Locali.

Parleremo più in dettaglio di leggi e progetti per il Randagismo nei prossimi articoli, ma solo dopo aver messo le mani avanti con quanto doverosamente detto in premessa.

Sarà di nostro gradimento occuparci dell’argomento Randagismo per rendere sempre più sensibili i Cittadini di Noto e per sollecitare l’Amministrazione alla formazione di un team comunale, fortemente motivato e dotato di competenza professionale e spirito di Volontariato: ambedue caratteristiche indispensabili a svolgere il lavoro sul Randagismo.

Mario Alì

Noto, 09/04/2022

Di NBTV