✅ Nota x la stampa :
➡️ di Passione Civile a firma di Cettina Raudino
➡️ INFIORATA : NON VOGLIAMO STENDERE UN VELO PIETOSO!

Torniamo all’origine. Ricordiamoci perché e per cosa gli architetti di Noto progettarono scenari urbani che giocavano con il naturale dislivello della collina. Perché don Giacomo Nicolaci, eclettico e visionario barone di Bonfalà,adornò le mensole dei balconi del suo palazzo di creature fantastiche arricciate e irridenti, tra il mito classico e l’allegorismo settecentesco. E ritorniamo anche col pensiero alla genesi dell’infiorata. Perché nacque ed il Perché della sua fortuna.

Era un omaggio alla Bellezza. Era la creatività dell’arte che, giocando con i colori e l’effimera , struggente vita dei fiori, festeggiava la Primavera stendendo per tre soli giorni l’anno, un tappeto multiforme e policromatico che seduceva l’occhio del visitatore perché della via Nicolaci ne esaltava la sua dimensione prospettica, unica e scenografica e perfettamente in armonia al contesto nel quale l’intreccio di forme infiorate da mani esperte e innamorate della città, si adagiava.
Una festa per tutti, per i cittadini, piccoli e grandi, per i visitatori vicini e lontani. Un momento per gustarsi la bellezza, per ingentilire l’animo e rieducare i costumi alla conoscenza, al rispetto di ciò che abbiamo ereditato e che dobbiamo custodire, un’occasione per valorizzare l’ingente patrimonio di cui quest’anno,( fatalità!) ricorre il ventennale dell’inserimento nella Heritage List dell’UNESCO.

E qui, sul concetto di valorizzazione tiriamo una bella linea con matita rossa e blu. Quella degli errori gravi.
Valorizzare non è vendere un bene comune incartandolo, esponendolo sulla bancarella e apponendovi un’etichetta col prezzo. La percezione del valore così si abbassa e snatura. Non è semplicemente monetizzare.
Valorizzare è trovare il modo più connaturato al bene di esaltarne il valore intrinseco.
Valorizzare è un atto politico che attiene alla gestione del BENE COMUNE, qualcosa di più che un mantra elettorale.
Cari amici concittadini che oggi vi trovate ad essere custodi amministratori di questo importante patrimonio culturale, signor Sindaco e Assessore alla Cultura, assessore al Turismo…ma come vi è venuto in mente di sottrarre alla vista un bene comune come una via per quanto artisticamente allestita, di violentare la Bellezza, gratuita, libera, come libero è o dovrebbe essere l’ingegno, con un telone di plastica e con la freddezza metallica di una impalcatura!?

Se l’obiettivo era quello forse anche nobile di fare quattrini per rimpinguare le casse comunali, potevate inventarvi qualcosa di più elegante e consono al luogo e al senso di ciò che è, era, è stato, dovrebbe essere, l’Infiorata di Noto.
Avete scelto di posare un pesante e volgare sudario di plastica sull’aerea immateriale libera creatività dell’arte, antica e contemporanea, sottraendola alla vista di tutti, deturpando la prospettiva scenica.
Siete ancora in tempo a liberare la via Nicolaci, sarebbe un atto di grande intelligenza politica e soprattutto di ascolto della comunità.
Da più parti, e non solo dall’opposizione, arrivano diniego e disapprovazione.
Lasciate pagare il biglietto a chi vuol salire ed ammirare nel dettaglio i bozzetti infiorati, ma VI PREGO, buttate giù quel telone.

Di NBTV