RISANARE IL FIUME ASINARO…..E’ POSSIBILE?

Interviste effettuate dagli alunni del Liceo di Noto durant     e la Festa dell’Asinaro.

di Mario ALI’

Ignazio Aparo domanda: Le sorgenti dell’Asinaro e di alcuni suoi affluenti sono sfruttate dal comune di Noto e dai comuni limitrofi per la captazione di acqua destinata al consumo umano. Questo che impatto ha sul bacino idrografico del fiume?

La domanda che lei mi fa, la trovo molto interessante perché sottende un importante cambio di mentalità, perché pone al centro la Natura con le sue attuali emergenze di sopravvivenza. Non più quindi la prospettiva delle risorse idriche sfruttate ad esclusivo uso di approvvigionamento umano, senza aver cura e rispetto dell’equilibrio di un ecosistema.

Purtroppo la cultura dominante è antropocentrica e l’economia imperante è egocentrica, purtroppo non si è capito ancora oggi, come appare evidente dalle gravi criticità climatiche e ambientali, che l’uomo dipende dalla natura, è un tutt’uno con animali, piante, suolo….

Voi giovani che ponete queste domande, invece l’avete capito, anzi credo che avete assunto come missione il risanamento ambientale, nella fattispecie della domanda: la rigenerazione del bacino idrografico dell’Asinaro. Sono perciò molto contento della vostra domanda.

Parliamo in breve del bacino idrografico dell’Asinaro e dei suoi affluenti: per la maggior parte le sorgenti furono alla fine degli anni sessanta incanalate per portare l’acqua ad approvvigionare le città della zona Sud. In particolare la Fontana Grande del Carosello alimenta soprattutto il Comune di Pachino, lasciando scorrere nella valle solo il 5% circa, come previsto contrattualmente, la concessione al Comune di Pachino oramai scaduta da qualche anno senza che nessun Amministratore si sia presa la briga di ridefinire i rapporti tra Comune proprietario e Comuni utenti alla luce delle nuove problematiche ambientali.

Al riguardo non è stata avviata nessuna concertazione con i Comuni della zona Sud.

È davanti agli occhi di tutti lo stato di siccità del fiume Asinaro, non essendo garantito il flusso minimo vitale dell’acqua fluviale, indispensabile per la sussistenza della flora e della fauna. Non sono garantite quindi le condizioni di umidità nel bacino idrografico dell’Asinaro, necessarie alla vita del suo ecosistema. Di conseguenza la perdita di copertura vegetale rende i crinali brulli ed i versanti soggetti a dilavamento da parte delle acque meteoriche, la mancanza di piante diminuisce l’assorbimento del terreno. Non solo impoverimento delle acque superficiali ma ancora più grave l’impoverimento delle falde profonde. Un circolo vizioso che penalizza la salute dell’uomo e la salubrità naturale da cui l’uomo dipende.

Se parliamo di salute e di Sanità, le cose si complicano molto quando, discendendo come in un viaggio ideale lungo il corso del fiume, arriviamo davanti alla Città di Noto.

Le condotte fognarie di Noto-Sud scaricano i liquami in modalità libera lungo il versante dell’Asinaro, a cominciare dalla condotta di contrada Coffitella si susseguono moltissimi scarichi fino ad arrivare in contrada Faldino. Molti non sanno e molti fingono di non sapere che il fatiscente Depuratore di Passo Abate raccoglie solo il 30% circa dei reflui urbani, quelli che scendono dalla via Napoli per capirci. Ia rimanente parte dei reflui si scarica liberamente nell’alveo dell’Asinaro.

Sversamento continuo per 365 giorni l’anno e i cittadini si accorgono che c’è qualcosa che non va, solo a ridosso della stagione estiva, quando avvertono la puzza intensa provenire dal fiume. Pochi cittadini sono andati ad esplorare le grotte neoformate per progressivo depositarsi dei fanghi fognari, coperte anche dalle discariche di rifiuti solidi urbani e rese poco visibili dalla vegetazione alloctona, che lì cresce rigogliosa perché ben concimata dai liquami.

Ivi si annidano topi, scarafaggi, zanzare….serbatoio e veicolo di malattie infettive per i cittadini abitanti la Noto – Sud.

Comprendiamo quindi quanto alto sia il grado di inquinamento delle acque fluviali e dei versanti.

E la cosa che mi sembra molto grave è che nessuno delle Amministrazioni che si sono susseguite in questi decenni ha chiesto il monitoraggio delle acque e del suolo all’ARPA….almeno non mi risulta.

Non è una fotografia molto bella della situazione igienico-sanitaria ed ambientale ma la ritengo realistica

Damiano Zocco domanda: Che conseguenze hanno, allo stato attuale, i depuratori sull’ecosistema dell’Asinaro, e che utilità avranno i finanziamenti stanziati di recente?

La risposta che le sto per dare, è molto diretta, breve e concisa.

Gli attuali Depuratori, l’uno a Passo Abate, l’altro a Calabernardo, sono vetusti e obsoleti; nonostante abbiano avuto recenti revisioni e aggiustamenti, si tratta sempre di impianti fatiscenti, non funzionali allo scopo di trattare i reflui e restituire al fiume acque pulite e rigenerate.

Una volta si rompe un pezzo e non si trova più sul mercato, poi passano tempi storici per la sostituzione, un’altra volta si hanno grandi difficoltà a gestire un impiantistica di vecchio tipo….

Allora diciamolo una volta per tutte:

la città di Noto ha bisogno di una depurazione del tutto nuova, eseguita con tecnologia di ultima generazione che rispetta le condizioni dettate dalla missione verde del Next Generation Europe, dove, nell’ottica di una economia del riciclo, i fanghi vengono considerati una risorsa e dal processo di depurazione vengono ottenuti, come prodotti finali, compost, biogas ed energia elettrica.

Questo è il Depuratore richiesto dall’Europa.

Lei mi chiede notizie riguardo ai finanziamenti. Ebbene questo è quello che Le posso dire:

lo scorso dicembre il nostro Sindaco ha partecipato ad una assemblea dell’ATO Idrico, lo ha reso noto durante un Consiglio Comunale. In quella sede ha chiesto la rimodulazione delle somme riguardanti alcune opere già cantierabili fra cui il rifacimento delle rete idrica colabrodo, i dotti fognari che dovranno raccogliere gli scarichi di tutta la Noto-sud per collegarli al Depuratore di Passo Abate e fra le altre opere anche le somme per i Depuratori.

I finanziamenti per la depurazione, come riferito dal nostro Sindaco, ammontano a otto milioni di euro.

Il punto dolente è proprio questo : tale somma non è bastevole ad impiantare un Depuratore con le caratteristiche tecnologiche di modernità che ho provato a specificare.

Da appassionate ricerche da me fatte a titolo volontaristico, occorrono circa 25/30 milioni di euro.

L’argomento è quindi complesso e non si può certo approfondire in questa serata; anche perché ogni decisione passa attraverso l’ ATO Idrico.

Però i Cittadini vanno coinvolti e informati per poter esprimere le proprie esigenze e adattare i propri comportamenti ai tempi ormai mutati.

Non ci si può limitare a fare semplici comunicazioni su Facebook o conferenze stampa tout court.

Ci aspettiamo che il team di esperti su questo argomento, team che la Giunta Comunale avrà già nominato vista la brevità dei tempi nel PNRR, questo Team dialoghi con i Cittadini o le associazioni che li rappresentano nella società civile.

Quindi per concludere, la mia proposta è che si stabilisca subito un confronto pubblico sul tema acqua e depurazione attraverso una consulta, un tavolo di lavoro, un Osservatorio….chiamiamolo come vogliamo ma che si faccia al più presto.

Vogliamo, signor Sindaco, che il nostro fiume diventi un polmone verde per la Città di Noto, il Parco dell’Asinaro, all’interno dell’istituendo Parco Nazionale degli Iblei.

Noto, 04 Giugno 2022

Mario ALI’

Di NBTV