Sono solita scrivere di curiosità storiche che riguardano la nostra Noto per divulgarle e suscitare l’interesse dei lettori. Questa volta, però, prendendo spunto dal progetto di rifacimento del Lido di Noto, vorrei ricordare o descrivere, per i più giovani, come appariva nel lontano 1932, anno della sua realizzazione, e come si arrivò a progettarlo.

L’amministrazione di quel tempo, con lungimirante intuizione turistica, fondò la borgata di Noto Marina, dove venne realizzato il Caffè Ristorante Miramare, comunemente chiamato “Chalet” e intrapresa la costruzione di un grande albergo, mentre la Colonia marina venne pensata per garantire lo svago dei bambini.

A una nostalgica del bello come me, spiace costatare che la città di Noto non gode più di tante “bellezze” andate perdute a causa dell’incuria. Oggi l’albergo non esiste più, non so a chi sia stata attribuita la Colonia e lo Chalet è stato demolito, dopo anni di abbandono all’erosione del mare e agli atti vandalici.
Ricordo, come spero faranno tanti altri la bellezza di quell’edificio, circondato da vetri colorati che si riflettevano sul mare. Affacciandosi sembrava di essere sulla prua di una nave. Suggerirei, esercitando il mio diritto di cittadina cha frequentato lo Chalet, ai progettisti di prendere in considerazione l’idea di riedificarlo così da rimediare al suo abbattimento.

Nel 1932 venne istituito anche il Littoriale (teatro all’aperto) presso lo Stadio Comunale. Vi si svolsero le stagioni liriche estive che videro applauditi i grandi nomi della musica, tra i quali due musicisti netini: Pierantonio Tasca ed Enrico Romano.
Oggi non abbiamo un teatro all’aperto e ci contentiamo dell’ex cortile del Liceo Classico A. Di Rudinì, eppure abbiamo più di un campo sportivo.

 

Nel 1937 vennero inaugurati i giardini pubblici. Erano ricolmi di roseti, attraversati da viali ordinati e abbelliti da busti marmorei e vasi su piedistalli in pietra scolpita. Il fine gusto Liberty si sposava perfettamente con lo stile Barocco.
E’ abissale la differenza con lo stile moderno, freddo e senza anima che ciò nonostante è stato inserito in prossimità dei giardini pubblici e negli stessi.
Un sindaco della nostra città, durante il suo mandato, mi disse una frase che non ho dimenticato e di cui ho fatto tesoro: “Dobbiamo sempre difendere la nostra città, in qualsiasi circostanza”.
Così ho fatto e farò sempre. Ogni qual volta mi capiterà di sentire delle lamentele più o meno condivisibili cercherò di mettere in risalto i lati positivi che sono sempre più numerosi dei negativi, così come in qualsiasi altra parte del mondo.

Enza Oddo Arancio

Di NBTV