Anche la prima automobile fu introdotta a Noto dallo stesso barone di Granieri. Era molto diversa dalle auto attuali: scoperta, con sedili scomodi e schienali molto bassi che costringevano a stare in posizione eretta. Aveva enormi fanali tipo carrozza, una tromba a soffietto con la pera sul volante e un motore a due cilindri che non permetteva grandi velocità. Si azionava con una manovella anteriore e, essendo scoperta e le strade non asfaltate, sollevava enormi nuvole di polvere che venivano respirate dagli stessi automobilisti.
Il barone di Granieri fu il primo a portare a Noto un’automobile moderna con motore a scoppio, inventato da Eugenio Barsanti. Tuttavia, ebbe un precursore con un altro tipo di automobile: quella a vapore. La macchina a vapore, inventata nel 1707 da Dionisio Papin, era stata applicata nel corso dell’Ottocento a grandi mezzi di trasporto come navi e convogli ferroviari. Si tentò di applicarla anche a veicoli singoli, ma tutti i tentativi fallirono per varie ragioni.
Nella seconda metà dell’Ottocento, un ingegnere di Catania riuscì a costruire un’automobile a vapore che raggiungeva una velocità di quindici chilometri all’ora. Con essa, coprì con successo il percorso da Catania a Noto, ma una volta giunto a destinazione, il motore si arrestò e non fu più possibile farlo funzionare. A Noto, non essendoci officine meccaniche, l’ingegnere avrebbe dovuto riportare l’automobile a Catania per la riparazione, ma non avendo i mezzi per farlo, la macchina rimase abbandonata per molti anni nell’atrio del palazzo Astuto. Infine, fu venduta come ferro vecchio.
Di Redazione.
Da Cosette di Storia Netina di Corrado Coppa