Il Teatro delle Inaugurazioni: Celebrare l’Inizio e Ignorare la Fine.

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In un mondo ideale, l’inaugurazione di un’opera pubblica dovrebbe segnare il momento glorioso in cui il progetto è completato, pronto a servire la comunità con tutte le sue promesse e potenzialità. Ma ahimè, viviamo in Italia, dove l’arte dell’inaugurazione ha raggiunto vette di creatività inimmaginabili. Benvenuti nell’era delle inaugurazioni “a inizio lavori”!

Immaginate la scena: una cerimonia sontuosa, autorità locali in abito elegante, bandiere svolazzanti e il classico nastro rosso, ma… dietro tutto questo splendore c’è solo un cantiere deserto. La pala d’oro, simbolo di speranza e progresso, affonda nel terreno per la prima volta, mentre i politici si fanno fotografare con sorrisi smaglianti e promesse altisonanti. “Questo sarà il nuovo ospedale all’avanguardia!” proclamano. Certo, se mai verrà completato.

L’ironia di queste inaugurazioni sta nel loro tempismo impeccabile. Non importa che i lavori siano appena iniziati e che potrebbero protrarsi per anni, se non decenni. Non importa che spesso i fondi si esauriscano a metà strada, lasciando il progetto incompiuto come una cattedrale nel deserto. L’importante è la foto di gruppo con la pala d’oro e il tweet ben confezionato.

Gli abitanti del luogo osservano con una miscela di rassegnazione e divertimento. Hanno imparato a non farsi illusioni. Sanno che quella prima pietra potrebbe essere l’unica pietra mai posata. Sanno che il nuovo ponte o la nuova strada promessa potrebbero rimanere sogni nel cassetto per generazioni. Eppure, l’inaugurazione si fa lo stesso, come un rito propiziatorio, una danza della pioggia moderna che, chissà, magari questa volta funzionerà.

Il vero capolavoro, però, sta nelle giustificazioni. Quando, dopo anni, qualcuno osa chiedere che fine abbia fatto il progetto, ecco le risposte più fantasiose: “Problemi tecnici imprevisti”, “La burocrazia ha rallentato i lavori”, “Stiamo aspettando nuovi finanziamenti”. Tutto tranne l’ammissione più ovvia: che l’inaugurazione era solo una mossa pubblicitaria, un miraggio creato ad arte per guadagnare qualche voto in più.

E così, mentre l’Italia si riempie di “monumenti all’inizio lavori”, ci chiediamo se mai arriverà il giorno in cui si tornerà a inaugurare opere finite, funzionanti, pronte per essere utilizzate. Forse un giorno, in un futuro lontano, assisteremo all’inaugurazione di un’inaugurazione: una cerimonia per celebrare il fatto che finalmente si inaugura qualcosa di completo. Ma fino ad allora, prepariamoci a goderci lo spettacolo tragicomico delle inaugurazioni incompiute, con un sorriso ironico e una punta di amara consapevolezza.

In fondo, l’Italia è anche questo: un paese capace di trasformare la realtà in una pièce teatrale continua, dove il confine tra satira e cronaca è sempre più sottile. E in questo grande palcoscenico, le inaugurazioni a inizio lavori sono solo uno dei tanti atti di una commedia infinita.

Di Redazione.

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