Modica: Mariannina Ciccone, la ragazza che partì da Noto e diventò luminare della Fisica
Modica – Quando Mariannina Ciccone lasciò Noto per dirigersi a Roma e studiare all’Università “La Sapienza”, i venti della prima guerra mondiale erano sempre più vicini. Lei, una giovane “fuorisede” proveniente dal profondo Sud, scelse una vita diversa rispetto a molte sue coetanee, guidata dalla fame di sapere. Nata nel 1891 a Noto, Mariannina dopo aver conseguito il diploma all’istituto magistrale nel 1914, ottenne la licenza fisico-matematica all’Istituto tecnico “Archimede” di Modica, un titolo che le permise di accedere all’università.
Dopo solo un anno di studi, si trasferì a Pisa, una città che avrebbe giocato un ruolo cruciale nella sua carriera. Unica donna iscritta alla facoltà di Matematica, si laureò nel 1919. La sua abilitazione all’insegnamento alla Scuola Normale Superiore di Pisa le permise di insegnare nelle scuole medie della città toscana. Nel 1924 conseguì una seconda laurea in Fisica e divenne titolare dell’insegnamento di Spettroscopia presso il corso di laurea in Fisica dell’Università di Pisa. Un curriculum di eccezionale importanza per la ragazza venuta dal Sud.
Mariannina Ciccone è stata la protagonista dell’appuntamento del Caffè Letterario Quasimodo, svoltosi sabato scorso a Palazzo Grimaldi di Modica. L’evento culturale, dedicato al tema “La parità di genere nella società e nella scienza”, è stato aperto dal saluto di Irene Raudino, presidente della Fidapa di Modica, partner dell’iniziativa. A moderare l’appuntamento, Giuseppe Macauda, poeta del Caffè Quasimodo. Le letture della serata sono state affidate a due studenti, Leonardo Sammito e Giuseppe Fidone, con intermezzi musicali curati dal Maestro Lino Gatto e dalla sua chitarra.
A parlare di Mariannina Ciccone, il professor Corrado Spataro, che con le sue ricerche degli ultimi dieci anni ha contribuito alla riscoperta di questa eminente figura scientifica. Spataro ha evidenziato i momenti salienti della carriera della Ciccone, ricordando episodi fondamentali come il coraggio e la determinazione dimostrati quando si oppose alla distruzione dell’Istituto di Fisica di Pisa da parte dei soldati nazisti nell’estate del 1944. Secondo quanto raccontato dal fisico pisano Adriano Gozzini, per evitare la devastazione totale, la Ciccone comunicò in tedesco con i nazisti, minacciando di non abbandonare l’edificio, a costo della vita. Una determinazione che colpì i soldati al punto da farli desistere.
A dare ulteriore lustro a questa straordinaria scienziata fu la collaborazione con Gerhard Herzberg, che ricevette il premio Nobel per la chimica nel 1971. Mariannina Ciccone insegnò a Pisa fino all’età di 71 anni, nonostante fosse stata collocata a riposo nel 1956. Morì a Noto il 29 marzo del 1965.
Di Redazione.