Una passeggiata fra le testimonianze storiche nella terra di Vendicari.

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La Riserva di Vendicari possiede una grande ricchezza di testimonianze storiche.
Iniziamo la nostra passeggiata dal confine sud della Riserva dove, oltre quel che resta dell’agglomerato urbano dell’antica polis siceliota di Eloro, sono visibili i ruderi di un teatro greco, oltraggiati da un canale di bonifica realizzato nella prima metà del ’900. A poca distanza, nel tratto di spiaggia che termina con la foce del fiume Tellaro, era ubicato il Porto fluviale di Eloro.
Procedendo verso sud dopo la bellissima spiaggia di Calamosche incontriamo una cala, nota come Bufuto o Bafuto, dove ebbe inizio la storia ufficiale delle Tonnare in terra di Vendicari. Infatti in quel luogo, nel 1620, Apollonio Nicolaci costruì il primo marfaràggio del quale sono rimasti alcuni ruderi. Proprio all’interno della costruzione di appoggio alla Tonnara esisteva una piccola sorgente così descritta dal Fazello: fonte, chiamata Buiuto, con nome saracino, le cui acque son bonissime per lubricare il ventre, e disponere il corpo. La Tonnara ebbe vita breve e fu chiusa dopo soli cinque anni a causa della malaria.

Proseguendo, prima di arrivare alle case utilizzate per le attività a terra della Tonnara, incontriamo un impianto risalente al periodo greco-romano, consistente in una serie di vasche, di forma rettangolare e circolare, ricoperte da vari strati di cocciopesto per la preparazione del Garum, prelibata salsa di pesce, molto apprezzata dai Romani. Plinio il Vecchio in Naturalis Historiae lo definisce licore molto esquisito, che si chiama garo.

Di fronte all’impianto del Garum, verso sud, nell’altra punta dell’ansa che ospitava l’antico Porto, o meglio caricatore di Vendicari, per secoli funzionale al trasporto dei prodotti della terra dell’antica Noto, si trova la Torre di Vendicari eretta per la difesa delle coste dalle incursioni dei corsari e dei pirati, iniziate intorno al 1300 e terminate nel 1830. La costruzione o il completamento della Torre, conosciuta come Torre Sveva ebbe inizio intorno al 1436 per opera del duca di Noto Pietro d’Aragona.
A poche decine di metri vi sono le case dei pescatori e i resti dell’impianto per la lavorazione del pesce pescato nella Tonnara di Vendicari attiva dalla prima metà del ‘600 e, con alterne vicende, sino al luglio del 1943 dopo lo sbarco degli alleati. La sua lunga storia si intreccia sino al 1914 con le vicende economiche della famiglia Nicolaci e successivamente con quelle del cav. Antonino Modica Munafò di San Giovanni.

Proseguendo nella passeggiata arriviamo al limite sud della Riserva che coincide con la presenza delle tracce di un antico porto Bizantino. Si può vedere quel che resta di un piccolo insediamento e la presenza di una Trigona, cuba bizantina a pianta quadra con tre absidi, che ha resistito a tutti i ‘tentativi dell’uomo di distruggerla’. Sul lato sinistro, infatti, fu costruita un’abitazione, demolendo uno dei due altari, e sul lato destro furono realizzate delle stalle.
Un centinaio di metri più avanti stupisce la presenza di una necropoli dove sono presenti varie catacombe formate da un corridoio centrale ai cui lati si trovano nicchie a forma di arco con più loculi. Più a sud è presente anche una tomba a edicola, poco comune in Sicilia.

Penso che le testimonianze citate stimoleranno in voi il desiderio di una passeggiata culturale nell’impero della fauna e della flora mediterranea. Se questa non è bellezza!

di Giuseppe Iuvara.

da NBTV MAGAZINE edizione Dicembre 2023

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